L’incompresa relazione tra illusione & verità – Il Nano Morgante

L'illusione & la verità

L’illusione & la verità

GENOVA. 27 GIU. E’ tragico posporre i rapporti affettivi ad estemporanee, consumistiche, personali esigenze. Tragico ricondurli a valutazioni costi-benefici, a parametrazioni pseudoaziendali.

Tragico assistere al logoramento, al sensibile scadimento, alla fragilizzazione di rapporti interpersonali sempre meno improntati alla solidarietà, alla sincerità; sempre più connotati da una tepida formalità, da una forma di distratta indipendenza che, adoperando la rima, molto sa di indifferenza.

Ed anche se, nel comune parlare e sentire, la presenza delle “dotazioni affettive di base” si esprime come un dato scontato, essa fortemente latita nei singoli comportamenti.

Non deve sorprendere quanto la carenza di dialogo acuisca nel tempo la distanza tra le persone; quanto un qualunque rapporto sbiadisca di significato, scada nel vacuo, smotti nella pigra assuefazione, si accomodi nell’ alibi della tranquillità: una “espropriazione sentimentale”  ragionevolmente irrecuperabile.

Né deve sorprendere che tale labilità venga progressivamente lesionata ed alterata dal trascorrere del tempo condiviso. E, proprio in relazione al suo trascorrere, le persone possono apparirci mutate, pur permanendo, di fatto, sempre uguali a sé stesse.

E’ ingenuo ricomprendere e ricondurre il fatto unicamente alla categoria assoluta dell’ovvio, poiché non è tanto “ovvio”, quanto piuttosto “vero”, che ognuno irrimediabilmente permanga nella propria condizione originaria, vieppiù progressivamente aggravata, appesantita, nel tempo, da un fardello disordinato e disorganico di pensieri.

Questa orbita interpretativa constata una netta e vicendevole contrapposizione tra 2 feticci concettuali: l’ “ovvio” in cui vogliamo credere ed a cui tanto dedichiamo in tempo ed emozioni; ed il “vero” col quale dobbiamo quotidianamente confrontarci, attraverso il quale ogni cosa va periodicamente riconsiderata e  perigliosamente rivista.

E, in fondo al tragitto, si staglia annosa ed inalterata la perenne disputa, tipicamente umana, tra comode illusioni e scomode realtà.

Massimiliano Barbin Bertorelli

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